I NECRONAUTI 10: NESSUNO E' DEGNO
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Redazione WMI Site Admin
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Inviato: Mar 25 Nov 2014 16:12 Oggetto: I NECRONAUTI 10: NESSUNO E' DEGNO |
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Si conclude, con questo decimo episodio, la prima stagione della serie "I Necronauti", ideata dal vincitore del Premio Urania 2010 Maico Morellini. Una grande saga spaziale per gli amanti della buona fantascienza!
NESSUNO E' DEGNO
di Maico Morellini
La Speranza di Rea e la Fiamma di Encelado sono pronte ad accattare Saturno. Chi vincerà, alla fine?
Il capitano Micah Veidt, primo e unico necronauta terrestre, prende il comando della "Speranza di Rea" e insieme alla potente "Fiamma di Encelado" decide di sferrare un ultimo, disperato attacco a Mimas, la roccaforte dei Necronauti protetta da Zytras e dall'implacabile "Luce di Titano". Sulla luna cantiere intanto il presidente Theophrastus è pronto a lanciare le sue micidiali armi contro le colonie e a iniziare il viaggio verso la stazione spaziale aliena in orbita intorno a Plutone. Tutto è pronto per lo scontro finale tra la Terra e Saturno, ma solo uno dei due potrà sopravvivere.
Maico Morellini, classe 1977, vive in provincia di Reggio Emilia e lavora nel settore informatico. Con il suo primo romanzo di fantascienza "Il Re Nero" ha vinto il Premio Urania 2010, pubblicato nel novembre del 2011 da Mondadori. Ha ricevuto segnalazioni al Premio Lovecraft e al Premio Algernoon Blackwood, collabora con la rivista di cinema "Nocturno", ha pubblicato racconti su diverse antologie tra cui "365 Racconti sulla fine del mondo", "50 sfumature di sci-fi", "D-Doomsday", "I Sogni di Cartesio" oltre che sulla rivista "Robot" e sulla "Writers Magazine Italia".
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LA COPERTINA
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maico.morellini
Registrato: 30-09-2004 09:01 Messaggi: 184
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Inviato: Lun 22 Dic 2014 21:12 Oggetto: |
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Sono lieto di presentarvi la Micene, ammiraglia della marina terrestre:
Codice: | Scacciò quei pensieri con un gesto stizzito e si concentrò sulla navetta che proprio in quel momento era scivolata nel corpo metallico della Micene. Fece compiere alla mano sinistra uno stretto cerchio e la proiezione si rimpicciolì mostrando l’ammiraglia terrestre in tutta la sua grandezza. Con la destra evocò l’ologramma della Fiamma di Encelado e lo fece scivolare accanto alla prima proiezione: le due navi erano molto differenti tra loro.
Laddove l’astronave di Saturno aveva pinnacoli e strutture aguzze, il vascello terrestre rispondeva con l’eleganza di precise figure geometriche. La Micene era quasi la metà dell’immensa nave spaziale, un chilometro e cento metri contro i due della Fiamma di Encelado, ma per contro era più massiccia. L’esagono allungato che costituiva il corpo principale della nave era intervallato da tre penisole per lato; pentagoni larghi trecento metri connessi alla chiglia attraverso potenti campi magnetici. Ognuna di queste strutture poteva staccarsi dalla Micene e dispiegare gli armamenti con cui era equipaggiata: cannoni al plasma e a impulso, batterie di missili a fusione, inibitori di propulsione e tutto il necessario per tenere testa a qualunque minaccia volasse nell’atmosfera terrestre. All’occorrenza la Micene poteva configurasi come un vero e proprio arcipelago offensivo in grado di fornire bersagli multipli e indipendenti, capaci di continuare a combattere con strategie autonome.
Il corpo principale della nave si poteva invece schiudere liberando uno sciame letale di droni, cannoniere pesanti e missili intercontinentali riadattati per colpire bersagli volanti. A prua e a poppa due massicci prismi erano in grado di generare uno scudo sufficientemente robusto da tenere testa agli armamenti delle astronavi corporative: o almeno questo era l’intento di chi li aveva progettati. La Terra, nei cento anni successivi la comparsa della Corporazione, non era rimasta con le mani in mano. |
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