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WMI 31- La trappola del pdV


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Diego Di Dio



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MessaggioInviato: Mer 19 Set 2012 18:08    Oggetto: WMI 31- La trappola del pdV Cita

Molto interessante questo ennesimo articolo sulla gestione del punto di vista, anche perché fa sorgere una domanda: chi cavolo è l'autore di questo best-seller ambientato nell'antica Roma , di oltre 800 pagine e più di 700.000 copie vendute, con sviste così grossolane di pdV? Anche perché, effettivamente, leggendo l'ultimo brano riportato nell'articolo, non si capisce chi sta parlando. Spesso ho letto libri con pdV ballerini, dove si va dalla mente di un personaggio a quella di un altro in maniera piuttosto disinvoltaa. E infatti l'articolo dice che la scelta, di per sé, non è sbagliata, purché consenta al lettore di capire chi sta parlando. Gli ultimi due libri con una gestione del pdv simile a questa, che io ho letto, sono stati "The dome" di Stephen King e "L'aquila di sabbia e di ghiaccio" di Massimo Pietroselli. Ma mentre in questi ultimi due casi io ho sempre capito, nel corso della lettura, chi stava parlando, nel testo citato sulla WMI ho trovato grande difficoltà a seguire la lettura e i pensieri dei personaggi. Qualcuno, qui nel forum, riuscirà mai a scoprire di che titolo e di che autore si tratta? Sarei davvero curioso di saperlo...
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Lady Holmes



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MessaggioInviato: Gio 20 Set 2012 22:00    Oggetto: Cita

Io ho letto recentemente un giallo molto bello, dove non c'era la riga tra i diversi pdv e nemmeno i trattini o altro nei dialoghi, ma mai ho avuto un dubbio su chi parlasse. Giallo costruito benissimo con bei personaggi e uno stile davvero particolare. Il titolo era Betibù, l'autrice era una argentina di Buenos Aires, non posso citarla, perché come succede per tutti i libri che mi piacciono, passano mesi in giro, in prestito tra amici vari, però ne consiglio la lettura perché è stata illuminante sull'uso originale del pdv
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Diego Matteucci



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MessaggioInviato: Sab 06 Ott 2012 19:48    Oggetto: Cita

Davvero molto istruttivo e interessante questo articolo.

Io non so chi sia l'autore di quel libro, ma una vaga idea della casa editrice ce l'ho... Wink Però è meglio non fare nomi come giustamente non hanno fatto nell'articolo...

Diego
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S-M-N



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MessaggioInviato: Sab 06 Ott 2012 20:10    Oggetto: Cita

Se il testo è chiaro a chi importa se il punto di vista è fisso o cambia?

Simone
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Diego Matteucci



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MessaggioInviato: Dom 07 Ott 2012 00:20    Oggetto: Cita

[quote="S-M-N"]Se il testo è chiaro a chi importa se il punto di vista è fisso o cambia?

Simone[/quote

Non è questione che sia fisso o che cambi, ma che il lettore non si perda in questo cambio appunto quando c'è... scusa il gioco di parole...

Ciao

Diego
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Luca Di Gialleonardo



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MessaggioInviato: Dom 07 Ott 2012 10:48    Oggetto: Cita

S-M-N ha scritto:
Se il testo è chiaro a chi importa se il punto di vista è fisso o cambia?

Simone


Che nella gran parte dei casi, almeno nella mia esperienza, il pdv che cambia rende il testo meno chiaro. Bisogna essere molto bravi a gestire un pdv che passa da un personaggio all'altro. E comunque, da lettore, l'immedesimazione mi risulta più forte, quando il pdv è fisso, seppure non unico.
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Recenso



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MessaggioInviato: Dom 07 Ott 2012 16:51    Oggetto: Cita

Bel dilemma, il pdv.
Da lettore, e non da scrittore che ancora non sono, a volte il pdv fisso per tutto un romanzo mi dà fastidio. Perché l'autore ha uno stile incompatibile con me, oppure perché il protagonista non è stato descritto bene, o è noioso, insomma per incapacità dell'autore.

Per esempio, ne "Il gioco di Gerald", la testa di quella signora mi è parsa così noiosa con quei pensieri, che dopo poche pagine ho accantonato il libro, nonostante King sia uno dei miei preferiti, un genio.

Prima di apprendere come si gestisce il pdv, mi sono ritrovata a leggere, come tutti, libri di altri autori dove il pdv era gestito male. Lì per lì, data la mia ignoranza in materia, non me ne sono accorta e mentre leggevo sembrava chiaro chi parlasse o chi pensasse.
Ma poi, chiuso il libro, mi è rimasta una forte sensazione di... confusione, di nodi pendenti, che non sapevo spiegarmi, in quanto non derivava dalla storia in sé.
Dopo il corso ho capito che era quel pdv ballerino e gestito malissimo.

Malissimo perché, come tutti sanno, King ci gioca quanto vuole, e si capisce sempre tutto benissimo. Difatti quando lo fa lui, mai mi crea confusione.

Ultimamente sto leggendo questa famosa trilogia delle 50 sfumature di grigio, il best seller. Non è genere mio, ma essendoci la prospettiva della Erotica 2 ho pensato di "acculturarmi". E poi ero curiosa di sapere perché piace così tanto.
Insomma, lì ho trovato tutti i difetti tecnici possibili e immaginabili. Tanti possessivi, per esempio, e quelli sì che mi disturbano

La narrazione è in prima persona, femminile. A volte la lei protagonista è da rinchiudere, o da prendere a schiaffi, ma nessuno può negare che quel personaggio rappresenti una (sottolineo Una, non La) donna donna e quell'autenticità per me è stata sufficiente a perdonarle quello stile.

La signora sposta il pdv, pur mantenendo la prima persona femminile, in maniera alquanto disinvolta.
Esempio, lei osserva lui: "sulle sue labbra (di lui) aleggia un sorriso, che però lui reprime".
Oppure: "io arrossisco, pensando a quella sera, lui lo capisce e mi dice questa frase".
La costante è che durano attimi, sembrano normali come i miraggi nel deserto, e alla velocità di lettura media, si tende a non farci caso.

Addirittura più e più volte lei si guarda da fuori e descrive le espressioni del proprio viso, senza che ci sia uno specchio o una vetrina a renderlo possibile.

Ciò non toglie che, forse proprio grazie alla prima persona, anche in questo caso non ho il minimo dubbio chi sia a narrare e che quelle cadute tecniche siano in realtà le elucubrazioni del personaggio. Non mi sento mai uscire dalla testa di lei (purtroppo o per fortuna).

Insomma: se viene bene, direi che violare le regole è sempre consentito.
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lia



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MessaggioInviato: Dom 07 Ott 2012 21:10    Oggetto: Cita

Recenso ha scritto:
Esempio, lei osserva lui: "sulle sue labbra (di lui) aleggia un sorriso, che però lui reprime".
Oppure: "io arrossisco, pensando a quella sera, lui lo capisce e mi dice questa frase".


Devo dirti però Valeria che gli esempi che riporti non mi sembrano in realtà cambi di PdV; li vedo piuttosto come pensieri della protagonista che intuisce dal tono della voce o da uno sguardo qualcosa che noi non possiamo vedere o percepire. Secondo me, in questi casi, il PdV resta uno.
Il mio è un ragionare a voce alta, perché il PdV, anche quando mi sembra di averlo capito, all'improvviso mi sfugge ponendoti nuovi quesiti.
Non ho letto i libri che citi, ma quest'estate tre mie amiche se li sono passati e li hanno divorati in poche ore. Ho chiesto loro se erano davvero così interessanti e loro mi hanno risposto che no, non erano belli, ma che è un tipo di lettura che ti costringe a restare con gli occhi incollati sul libro fino a finirlo.
Personalmente, questa motivazione non mi convince: se non riesci a staccarti da un libro, vuol dire che è avvincente. Oppure è "Beautiful"... Smile
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Lia Tomasich
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Irene Vanni



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MessaggioInviato: Dom 07 Ott 2012 21:18    Oggetto: Cita

lia ha scritto:
Recenso ha scritto:
Esempio, lei osserva lui: "sulle sue labbra (di lui) aleggia un sorriso, che però lui reprime".
Oppure: "io arrossisco, pensando a quella sera, lui lo capisce e mi dice questa frase".


Devo dirti però Valeria che gli esempi che riporti non mi sembrano in realtà cambi di PdV; li vedo piuttosto come pensieri della protagonista che intuisce dal tono della voce o da uno sguardo qualcosa che noi non possiamo vedere o percepire. Secondo me, in questi casi, il PdV resta uno.


No, no, l'errore di PdV c'è, non ci si può basare sull'intuizione del lettore, è l'autore che deve scrivere correttamente, attraverso la soggettiva del personaggio.

Esempio di correzione del secondo passaggio: "io arrossisco, pensando a quella sera, lui EVIDENTEMENTE lo capisce e mi dice questa frase".

A volte basta una parola per chiarire chi è che sta pensando e quali sono i suoi limiti.

Se poi ci sono libri pieni di errori che vendono, pazienza, ma sicuramente un libro corretto lascia nel lettore un appagamento diverso. Almeno chi sa le regole, le usi.
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Rakanius



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MessaggioInviato: Dom 07 Ott 2012 22:41    Oggetto: Cita

Complimenti per il valido articolo sul PDV
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Irene Vanni



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MessaggioInviato: Lun 08 Ott 2012 18:18    Oggetto: Cita

Eheh... però... Laughing per esempio, ho impiegato un sacco di giorni e fatica per finire di leggere Urania (!) collezione di agosto (Anderson - Crociata spaziale). Non solo è stracolmo di errori di PdV con ripetuti salti dalla testa di un personaggio a quella di un altro, ma chi narra è un personaggio, in prima persona, che spesso descrive nei dettagli intere scene a cui non ha assistito e che nessuno può avergli riportato (addirittura avvenute su altri pianeti). Uno dei romanzi più sconclusionati che io abbia mai letto in vita mia.
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soniat



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MessaggioInviato: Mer 07 Nov 2012 10:36    Oggetto: Cita

L'articolo mi è piaciuto molto, soprattutto perchè sono citati tutti gli esempi in cui si possono riscontrare degli errori.
Gestire bene il pdv e scrivere senza annoiare è un bel traguardo da raggiungere.
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