SCRIVERE NARRATIVA 2: IL PUNTO DI VISTA
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Kenji
Registrato: 01-01-1970 02:00 Messaggi: 347 Località: Varese
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Inviato: Mer 20 Lug 2016 15:39 Oggetto: |
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Okay, ragazzi. Ora tutto mi è più chiaro. Non c'è che dire: vi ringrazio! _________________ Il serpente che si morde la coda, collana Imperium, Delos Digital
Il grande attacco, collana History Crime, Delos Digital
Dare vita, dare morte, collana Imperium, Delos Digital |
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jpaulverlain
Registrato: 01-01-1970 02:00 Messaggi: 12554 Località: Palazzolo ACREIDE-RAGUSA
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Inviato: Mer 20 Lug 2016 18:14 Oggetto: |
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Queste domande, e le illuminanti risposte, sono utilissime perché rinfrescano un po' il bagaglio teorico anche di scrittori "scafati".
E' un piacere leggere le acute osservazioni di ognuno.
Grazie. _________________ Salvo Andrea Figura
"Asparago siculo" Giallo24-Mondadori. gen. 2013.
"La neve di Piazza del Campo" Mondadori 3077 2013..
"La Terra, il Cielo e il Costato" History Crime 2014
"La pulce e il cappio" Hist-crime 2015 |
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Kenji
Registrato: 01-01-1970 02:00 Messaggi: 347 Località: Varese
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Inviato: Mer 20 Lug 2016 21:31 Oggetto: |
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jpaulverlain ha scritto: | Queste domande, e le illuminanti risposte, sono utilissime perché rinfrescano un po' il bagaglio teorico anche di scrittori "scafati".
E' un piacere leggere le acute osservazioni di ognuno.
Grazie. |
Felice delle tue parole! _________________ Il serpente che si morde la coda, collana Imperium, Delos Digital
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supergum
Registrato: 01-01-1970 02:00 Messaggi: 102
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Inviato: Gio 21 Lug 2016 09:24 Oggetto: |
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Grazie 1000 Antonino, ho riletto il tuo articolo e ora è molto più chiaro. Credo che dovrò rileggere anche il manuale di Marco a questo punto
Buona giornata a tutti. _________________ Nessun tramonto sul mare, scogliera a picco o lussureggiante foresta potrà mai eguagliare la maestosa bellezza di un bonifico in entrata. |
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jpaulverlain
Registrato: 01-01-1970 02:00 Messaggi: 12554 Località: Palazzolo ACREIDE-RAGUSA
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Inviato: Gio 21 Lug 2016 18:02 Oggetto: |
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Kenji ha scritto: | jpaulverlain ha scritto: | Queste domande, e le illuminanti risposte, sono utilissime perché rinfrescano un po' il bagaglio teorico anche di scrittori "scafati".
E' un piacere leggere le acute osservazioni di ognuno.
Grazie. |
Felice delle tue parole! |
@ E' un piacere per me. Questi interventi vivacizzano e rinfrescano il forum.
Nessuno di noi si creda già arrivato! La strada della buona scrittura è tutta in salita e "only the brave" e only the students  _________________ Salvo Andrea Figura
"Asparago siculo" Giallo24-Mondadori. gen. 2013.
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Kenji
Registrato: 01-01-1970 02:00 Messaggi: 347 Località: Varese
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Inviato: Mer 27 Lug 2016 00:48 Oggetto: |
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Ho finito il quarto capitolo. Un po' ostico, anche un po' noioso vista la nomenclatura ampia (senza offesa). Prima di leggerlo, mi dicevo che fare tutto in prima persona sarebbe più semplice. Poi leggo che Vizzini dice che così i momenti d'azione sarebbero di meno. Be', l'estate scorsa ho scritto cinque romanzi brevi (spy story fantasy) e di azione ce n'era parecchia. Comunque, la prima persona la uso poco. Vediamo poi i prossimi tre capitoli. Mi piacerebbe imparare! _________________ Il serpente che si morde la coda, collana Imperium, Delos Digital
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Kenji
Registrato: 01-01-1970 02:00 Messaggi: 347 Località: Varese
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Inviato: Sab 30 Lug 2016 12:58 Oggetto: |
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Ho una curiosità... più una domanda, ecco. Marco Philip Massai ha detto che quando era alle superiori, i suoi compagni lo chiamavano per cognome. Quindi è giusto scrivere il cognome del protagonista, se si ha il suo PdV. Ad esempio: "Mario disse..." si può fare "Rossi fece..." o anche "Mario Rossi dichiarò...". Molto bene. Ma ammettiamo che Mario Rossi sia un insegnante di superiori, sarà sbagliato nominarlo con la sua qualifica, ossia professore o prof? A scuola gli insegnanti non sono chiamati per nome dagli studenti, quindi se è giusto nominare il protagonista per cognome, secondo me è parimenti giusto nominarlo con il nome del suo mestiere. Sbaglio? L'idea mi è venuta perché sto scrivendo un romanzo il cui protagonista è un centurione. I suoi superiori possono chiamarlo "centurione", quindi invece di dire, esempio: "Giulio disse..." o "Caio fece...", tenendo conto delle parole di Marco potrei scrivere: "Il centurione dichiarò...". E' sbagliato? _________________ Il serpente che si morde la coda, collana Imperium, Delos Digital
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Marco
Registrato: 01-01-1970 02:00 Messaggi: 822 Località: Lugano - Svizzera
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Inviato: Dom 31 Lug 2016 00:12 Oggetto: |
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Immagino che si possa o ci si debba adattare alla situazione. Se Mario Rossi sta interagendo con i suoi allievi, allora puoi indicarlo come "il professore". Se sta parlando con sua moglie, dire "allora il professore rispose" mi pare stonato. È vero che il punto di vista è sempre il suo, ma gli interlocutori cambiano.
Mi interessa sentire la risposta degli esperti. _________________ Marco Faré
http://settequattro.wordpress.com/ |
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Antonino Fazio
Registrato: 01-01-1970 02:00 Messaggi: 7566
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Inviato: Dom 31 Lug 2016 10:27 Oggetto: |
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L'uso del PdV di un personaggio implica che si rimanga il più possibile vicini alla mente del personaggio, che andrà nominato nel modo in cui lui si riferisce a se stesso. Siccome qualunque riferimento, compreso il nome, ha una valenza sociale, ciò equivale a dire che il personaggio va indicato nel modo in cui lui si presenterebbe agli altri. Perciò nome e cognome vanno bene. Anche alcune qualifiche vanno bene, se sono quelle che verrebbero usate in una presentazione. Se io mi presento, a seconda del contesto, come Lucio, Rossi, Lucio Rossi, oppure il dottor Rossi, in teoria tutti questi modi sono legittimi in quel contesto.
Quello che conta, in definitiva, è l'autoriferimento. Ciò vuol dire che, ad esempio, riferirsi a un personaggio come "il dottor Rossi" significa che quel personaggio pensa a se stesso come un dottore, cioè si identifica con la sua qualifica o funzione di medico.
Tuttavia, dire "il dottor Rossi" o dire "il dottore" non è la stessa cosa. La qualifica senza il nome è il modo in cui il personaggio verrebbe identificato da altri. Allo stesso modo, nell'esempio, "il professore" è il modo in cui lo pensano gli allievi. Che qualcuno pensi a se stesso come "il dottore" o "il professore" implica che questa qualifica venga intessa come caratterizzante in maniera forte.
Ciò detto, la cosa migliore (pur cercando di evitare le ripetizioni) è di nominare un personaggio sempre allo stesso modo: il nome, il cognome, un nomignolo, supponendo che quello sia il modo principale in cui lui pensa a se stesso.
Un esempio tipico è il personaggio di Ian Fleming. Lui si presenta come "Bond, James Bond" e Fleming lo nomina sempre come "Bond". "James" lo chiama la segretaria, "007" lo chiama il suo capo, altri possono riferirsi a lui come a "un agente segreto del MI6". |
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Kenji
Registrato: 01-01-1970 02:00 Messaggi: 347 Località: Varese
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Inviato: Dom 31 Lug 2016 13:25 Oggetto: |
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Antonino Fazio ha scritto: | L'uso del PdV di un personaggio implica che si rimanga il più possibile vicini alla mente del personaggio, che andrà nominato nel modo in cui lui si riferisce a se stesso. Siccome qualunque riferimento, compreso il nome, ha una valenza sociale, ciò equivale a dire che il personaggio va indicato nel modo in cui lui si presenterebbe agli altri. Perciò nome e cognome vanno bene. Anche alcune qualifiche vanno bene, se sono quelle che verrebbero usate in una presentazione. Se io mi presento, a seconda del contesto, come Lucio, Rossi, Lucio Rossi, oppure il dottor Rossi, in teoria tutti questi modi sono legittimi in quel contesto.
Quello che conta, in definitiva, è l'autoriferimento. Ciò vuol dire che, ad esempio, riferirsi a un personaggio come "il dottor Rossi" significa che quel personaggio pensa a se stesso come un dottore, cioè si identifica con la sua qualifica o funzione di medico.
Tuttavia, dire "il dottor Rossi" o dire "il dottore" non è la stessa cosa. La qualifica senza il nome è il modo in cui il personaggio verrebbe identificato da altri. Allo stesso modo, nell'esempio, "il professore" è il modo in cui lo pensano gli allievi. Che qualcuno pensi a se stesso come "il dottore" o "il professore" implica che questa qualifica venga intessa come caratterizzante in maniera forte.
Ciò detto, la cosa migliore (pur cercando di evitare le ripetizioni) è di nominare un personaggio sempre allo stesso modo: il nome, il cognome, un nomignolo, supponendo che quello sia il modo principale in cui lui pensa a se stesso.
Un esempio tipico è il personaggio di Ian Fleming. Lui si presenta come "Bond, James Bond" e Fleming lo nomina sempre come "Bond". "James" lo chiama la segretaria, "007" lo chiama il suo capo, altri possono riferirsi a lui come a "un agente segreto del MI6". |
Okay, come non detto. Non cambia nulla, se non che mi sono schiarito le idee. Comunque è interessante quel che dici, Antonino. _________________ Il serpente che si morde la coda, collana Imperium, Delos Digital
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